Sclerosanti
Medico Responsabile
La Scleroterapia Tradizionale è una tecnica che comporta la chiusura di un tratto venoso sede di varice oppure di un gruppo di capillari (teleangectasie)
mediante l’iniezione nei vasi stessi, in punti ben determinati, di una soluzione sclerosante che causa istantaneamente una reazione infiammatoria locale (flebite chimica) che a sua volta provoca la trombizzazione ed il successivo riassorbimento del tratto varicoso oppure la cancellazione dei capillari.
Il circolo venoso superficiale è “sacrificabile”, poiché la maggioranza del sangue venoso che ritorna al cuore passa attraverso il circolo venoso profondo.
E’ particolarmente indicata per la rimozione di:
- Capillari (teleangectasie)
- Piccole varici
tuttavia anche le vene varicose di grosse dimensioni sono rimosse con successo.
Alcune Scuole, come ad esempio quella Svizzera e quella Francese, adottano questa metodica per sclerosare completamente anche le varici della safena.
Basandosi sui dati disponibili nella Letteratura Scientifica, circa l’80% delle teleangectasie e il 75% delle microvarici trovano soluzione definitiva con la scleroterapia. Come esperienza personale, nella mia casistica dal 1986 ad oggi, ho anch’io ottenuto queste percentuali.
Sedute
Prima della scelta di ogni tipo di trattamento è obbligatorio eseguire una valutazione con ecocolordoppler del sistema venoso degli arti inferiori.
- Le sclerosanti sono poco o nulla dolorose siccome gli aghi ipodermici monouso utilizzati per la scleroterapia sono di calibro ridottissimo.
Nei soggetti particolarmente sensibili è possibile far precedere l’iniezione dall’applicazione di una pomata anestetica
- La durata media di ogni seduta è di circa 30 minuti
- Il numero delle sedute scleroterapiche dipende, ovviamente, dal quadro clinico e dall’estensione della zona da sottoporre a terapia.
- Come regola generale si tende sempre ad iniettare la minor quantità possibile di soluzione sclerosante; soprattutto durante la prima seduta non si usa mai più di 1 cc. di liquido.
Di solito, in assenza di effetti indesiderati importanti, esse sono settimanali o quindicinali.
NOTA BENE: Bisogna evitare di assumere per le 72 ore successive alla scleroterapia tutti i farmaci a base di acido acetilsalicilico (come l’aspirina) per evitare una riduzione dell’efficacia della soluzione sclerosante.
In soggetti molto reattivi è possibile osservare un lieve rialzo della temperatura, soprattutto serale, nelle 48 ore successive alla sclerosi. In tal caso si può assumere tranquillamente farmaci antipiretici a base di paracetamolo.
- Si consiglia una visita chirurgico-vascolare flebologica annuale.
Quando effettuare la Seduta
La scleroterapia solitamente non viene eseguita durante il periodo estivo, ciò non tanto per l’assenza della venodilatazione dovuta al calore, quanto per evitare che i raggi UV, colpendo direttamente la parte sclerosata, creino pigmentazioni della pelle difficili poi da rimuovere. E’ buona norma dunque evitare di sottoporsi a scleroterapia nei mesi molto caldi (luglio-agosto).
Dopo la Seduta
La cute della zona sottoposta a sclerosi non è di norma interessata dal processo chimico, il quale avviene all’interno della parete dei vasi; nel caso dei capillari è normale che parte della soluzione sclerosante fuoriesca nei tessuti vicini (data la sottigliezza della loro parete) in tal caso il fenomeno più frequente consiste in un modesto arrossamento (eritema) della parte sottoposta a sclerosi, che viene trattato localmente mediante pomate contenenti antiinfiammatorie ed emolienti.
L’applicazione di un bendaggio elastico adesivo sulla parte sottoposta a scleroterapia è un passaggio fondamentale per la buona riuscita della sclerosi. In alternativa, o in associazione, si usano calze elastiche terapeutiche di compressione 18 mm Hg .
Il bendaggio adesivo elastico o la calza elastica vengono rimossi generalmente dopo 7 giorni.
Se non sono programmate altre sedute di sclerosi si continua la compressione mediante calza elastica terapeutica di compressione tipo 18 mm Hg per altri 15 giorni.
Controindicazioni
Le controindicazioni alla scleroterapia, comuni peraltro alla maggior parte degli interventi terapeutici invasivi, sono divise in assolute e relative:
Controindicazioni assolute
- allergia al farmaco scleroterapico
- la gravidanza
- le lungodegenze che obbligano il paziente a letto
- episodi recenti (meno di dodici mesi) di tromboflebite superficiale o di trombosi venosa profonda
- il diabete mellito scompensato
- la presenza di tumori maligni
- le malattie del surrene
- la tubercolosi
- alcune malattie renali (glomerulonefriti e nefrosi)
Controindicazioni relative
- alcune malattie del fegato (epatiti acute virali, tossiche o da farmaci; cirrosi epatica)
- gli stati febbrili
- l’asma allergico e bronchiale
- alcune malattie del cuore (miocarditi e endocarditi)
- le discrasie ematiche
- assunzione di terapia estroptogestinica
Possibili complicazioni
- Sono parecchi anni che non si registrano reazioni allergeniche importanti. Ovviamente ciò non significa che non possano esistere pazienti sensibilizzati a qualcuno dei composti sclerosanti.
- L’azione lesiva della soluzione sclerosante è limitata alla parete venosa nel punto d’iniezione; già a breve distanza dal punto sottoposto a sclerosi il composto è così diluito da essere inoffensivo. In alcuni casi si può però avere la comparsa di lesioni ulcerative cutanee che possono provocare escare (nel 1% dei casi) con cicatrici permanenti (nel 0,2%)
Anche se raramente, la terapia sclerosante può presentare complicanze essenzialmente dovute all’eccessiva aggressività della soluzione sclerosante nei confronti della parete venosa e dei tessuti circostanti e al fenomeno conosciuto come “matting”.
1. L’eccessiva aggressività del composto può provocare:
- la comparsa di ematomi nel punto dell’iniezione
- in soggetti con marcata reattività personale verso il composto oppure con pelle delicata o molto chiara si può avere un livido di colore blu-verdastro (questo accade specialmente nei pazienti con i capelli rossi).
In genere il livido scompare dopo 2-8 settimane (è importante non esporre la parte livida all’azione del sole o dei raggi UV, perché creano pigmentazioni difficili da rimuovere)
2. Il “matting” è un fenomeno per cui, dopo la rimozione di capillari e varici di piccolo calibro mediante la scleroterapia, si assiste alla formazione di nuovi vasi, che nascono nei pressi della zona sottoposta a sclerosi o addirittura nello stesso sito.
Statisticamente il “matting” è osservabile nel 2% dei pazienti sottoposti a scleroterapia. Qualora il fenomeno si ripeta anche nelle sedute seguenti, la prima misura d’attuare è quella di cambiare il tipo di soluzione sclerosante o la sua concentrazione. Questo accorgimento tuttavia non sempre elimina il fenomeno.
Un controllo eseguito dopo 7 giorni dall’iniezione solitamente elimina i microtrombi eventualmente formatisi all’interno della vena sclerosata, mentre l’applicazione di un bendaggio elastico adesivo per i giorni seguenti la scleroterapia annulla in pratica la possibilità di comparsa di ematomi.